Tab Article
Nella creazione di valore da parte dell'impresa le domande di fondo sono: Che cosa noi rappresentiamo e testimoniamo? Possiamo rendere le nostre imprese delle istituzioni umane, che servono i fini umani piuttosto che sovvertirli? L'impresa capitalista non è un gruppo qualsiasi. Siamo di fronte ad un gruppo di persone capaci di generare ricchezza, di rispondere a necessità sociali e di valutare le dimensioni della sua produttività. Si tratta di un'istituzione economica, politica e morale: non è sufficiente tentare di bilanciare i differenti aspetti tra loro, ma sono necessarie opzioni che sviluppino tutti e tre gli aspetti piuttosto che favorirne uno rispetto agli altri. L'impresa coinvolge un ambito molto più vasto di quello 'strettamente economico'. In essa le persone investono le proprie capacità intellettuali e morali, la propria relazionalità, una parte della propria autostima e del proprio desiderio di realizzazione personale. Il confronto tra la Dottrina Sociale della Chiesa (DSC) e la Business Ethics evidenzia che l'impresa, come comunità, implica prima di tutto le persone che partecipano, con tutte le loro convinzioni sociali e religiose. La sfida è di mostrare come la responsabilità etica e una nozione non egoistica di ricchezza possano provvedere all'impresa una guida affidabile. Le condizioni ordinarie di lavoro nell'impresa sono oggi per molta parte ancora condizioni mortificanti e ingiuste. Sarà certamente necessario operare perché le condizioni ordinarie dell'azienda mutino, coinvolgendo diverse responsabilità: a livello di impresa, di rapporti sindacali, di rapporti politici... Qui può trovar spazio l'ispirazione cristiana, nel provvedere strutture organizzative che facilitino il riconoscimento e l'assunzione di responsabilità da parte dei singoli.