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Il grande Karl Rahner dedica alcune meditazioni alla vita quotidiana, e cioè ripensa alla luce della fede cristiana realtà povere e banali come il lavorare e il riposarsi, il camminare e il sedersi, il vedere e il ridere, il mangiare e il dormire e altre cose simili di ogni giorno. Rahner non idealizza la grigia quotidianità, ma aiuta a riconoscerla come lo spazio ordinario in cui vivere la fede, come scuola della sobrietà, come esercizio della pazienza, salutare smascheramento delle parole pesanti e degli ideali fittizi, occasione discreta per amare ed essere fedeli in modo autentico. E la stessa quotidianità, così, dischiude il miracolo eterno e il mistero silenzioso che chiamiamo Dio e la sua grazia recondita. Il cristiano, con il suo agire libero e responsabile, sblocca le profondità nascoste della realtà: sperimenta che anche le piccole cose hanno profondità inesprimibili, sono messaggere di eternità e sono più di ciò che sembrano. «Sono come gocce d'acqua nelle quali si riflette tutto il cielo, come segni che rimandano oltre se stessi, come messaggeri che ci precedono, i quali, quasi oberati dal messaggio che portano, preannunciano l'infinito che viene, come ombre della vera realtà che già fanno cadere su di noi, perché l'essenziale è appunto già vicino».