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Schleiermacher si proponeva di scrivere dei dialoghi sulle principali feste cristiane e sui sacramenti. Questo su La festa di Natale - steso in un momento di felice ispirazione nel dicembre del 1805 - è tuttavia l'unico che abbia visto la luce. Il teologo e filosofo di Breslavia vi ha fissato la prima compiuta formulazione della propria cristologia. Vi confluiscono le espressioni più significative della teologia cristiana in età moderna: la razionalità illuministica, il sentimento romantico, la speculazione idealistica, la devozione pietistica. Collocato a metà strada fra teologia e filosofia, in un delicato equilibrio di riflessione eticoreligiosa e narrazione poetica, il dialogo affronta, nella pluralità delle voci che vi si riconoscono, il problema dell'"essenza del cristianesimo". È quello, infatti, più di qualsiasi altro, il problema qualificante la "modernità" della teologia esperta di metodi storico-critici e di riflessioni trascendentali.