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Anche in questo libro, fantasioso e in apparenza stravagante, Lea Pericoli prende spunto dalla sua infanzia per raccontare la fuga della vita che scappa e se ne va veloce come un tramonto africano. A inaugurare la raccolta è l'avventura di un angelo bianco incuriosito dallo splendore degli altipiani d'Etiopia, caduto da una nuvola e raccolto da un bambino nero. La singolare amicizia tra due creature tanto diverse, la loro complicità, disegna su di uno sfondo primitivo ed ostile una incantata vicenda che spaventa gli adulti al punto da condannarsi a subire un epilogo crudele. Ne segue un tenero girotondo di piccole creature e personaggi immaginari che si imbattono nella devastante malvagità della terra. Una serie di incontri o di vagheggiate rispondenze, proiezioni del sodalizio tra l'angelo bianco e il bambino nero, che vedono alternarsi nel ruolo di protagonista, in un' atmosfera umanissima eppure disertata dagli umani, un grillo innamorato di una stella, un piccolo cane randagio in cerca di un padrone, una ancor più minuscola stellina desiderosa di trasformarsi in fiore. Per finire, c'è un bambino dagli occhi tristi che non cresce mai, compagno onnipresente del cammino di Lea, pronto ad apparirle nei momenti più bui e capace di consolarla. Il bambino è simbolo della morte, indisgiungibile dalla vita, immagine ostinata e fedele di sogni e aspirazioni che Lea e i suoi personaggi sembrano destinati a non raggiungere mai.