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Cinquanta anni dopo le testimonianze sono concordi: le Olimpiadi di Roma del 1960 non sono state soltanto uno straordinario avvenimento sportivo, ma un evento irripetibile nella storia del nostro paese e soprattutto della città di Roma. Sono stati i giochi che hanno fatto emergere forze nuove che avrebbero cambiato per sempre il mondo dello sport, rendendolo da un lato più egualitario, più democratico e aperto a tutti, ma dall'altro più condizionato dai soldi, dalle organizzazioni statali, dalla propaganda politica, dagli sponsor e soprattutto... dalle televisioni. Non è strano, quindi, che oggi, nel celebrare il cinquantenario di quell'evento, la Rai se ne occupi, attraverso questo volume, in una chiave particolare, che riguarda soprattutto il rapporto fra quelle gare e la loro rappresentazione mediatica che fu, per la prima volta, totalmente televisiva. È come se tante cose si fossero date appuntamento a Roma in quell'estate del 1960. Le Olimpiadi, infatti, hanno rappresentato uno spartiacque per molteplici aspetti della vita economica e sociale dell'Italia, e sono state al tempo stesso un traguardo raggiunto e l'inizio di una nuova stagione per la televisione e per la Rai. La "prima volta" per tante cose: diretta in Mondovisione, sponsorizzazioni, a partire dal Totocalcio, telecronache e radiocronache per tutto il giorno, atleti raccontati anche nei loro aspetti privati, linguaggio giornalistico meno retorico, nuovi apparecchi televisivi, radioline a transistor.