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Per circa quarant'anni, dalla nascita della radio statale negli anni della Guerra Civile sino alla fine del regime franchista, la radio e poi anche la televisione di Stato sono apparse come una proiezione diretta, quasi del tutto priva di mediazioni, del sistema politico e dell'Amministrazione dello Stato centrale spagnolo. La nascita della Televisión Espanola, nel 1956, fu frutto del particolare contesto storico della dittatura franchista che implacabilmente ne subordinò la gestione all'apparato governativo e alle sue ansie di controllo. Questa visione strumentale dei mezzi di comunicazione sopravvive, secondo Enrique Bustamante, anche durante la fase di transizione verso la democrazia e oltre: il nuovo organismo Radio Televisión Espanola sorto nel 1973 alla vigilia della fine della dittatura - conserva immutata per decenni la propria dipendenza dal governo, con tutti gli effetti perversi che ne derivano, tanto sulle forme di finanziamento quanto sulla programmazione. Il Governo di José Luis Rodriguez Zapatero, insediatosi dopo la vittoria socialista alle elezioni del marzo 2004, ha aperto tuttavia una nuova fase, carica di aspettative e speranze per la rinascita di un autentico servizio pubblico e la definizione di una riforma complessiva del sistema audiovisivo.