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L'intento di questo lavoro di ricerca è, in prima istanza, quello di analizzare la relazione tra il microcosmo penitenziario ed il macrocosmo sociale, alla luce incidente del principio legislativo per il quale il carcere non dovrebbe essere una realtà chiusa ed avulsa, ma, al contrario, aperta al territorio circostante, con il quale interagire creando spazi ed occasioni per un autentico reinserimento dei detenuti. Questa ricerca, ruotando sul cardine del principio costituzionale per il quale la pena deve tendere alla rieducazione del condannato, muove lo sguardo sugli effetti generati nei carceri italiani dalla crescente presenza di detenuti stranieri, appartenenti a culture diverse, spesso in condizione d'indigenza, che affollano prevalentemente le sedi del centro-nord. Il fenomeno relativamente recente del multiculturalismo negli Istituti, ha messo a nudo le contraddizioni e le arretratezze del sistema penitenziario: normative superate dalle urgenze sociali dettate dall'attualità, strutture logistiche insufficienti e spesso obsolescenti, operatori professionali carenti nel numero ed impreparati a predisporre quel piano di comunicazione transculturale necessario all'assolvimento del proprio compito.