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Uno dei cataloghi della Biblioteca impressa che il Duca Francesco Maria II aveva riunito a Casteldurante offre quei libri distribuiti in una struttura semantica, ossia per materie e soggetti. Partendo da tale schema, integrandolo con i dati del catalogo per autori e corredandolo con le immagini frontispiziali delle edizioni oggi conservate presso la Biblioteca Universitaria Alessandrina di Roma, si è dato luogo ad un saggio di ricostruzione della libraria ducale quale doveva presentarsi negli scaffali di origine. Anche se la limitatezza del campione, ulteriormente ridotto da quella del sondaggio effettuato nella Biblioteca Alessandrina, può dare soltanto un'idea della trama libraria e dell'ordinamento dei volumi, rimangono tuttavia due risultati non trascurabili; il primo, di un ordine metodologico innovativo, consente di penetrare nel tessuto primario di una biblioteca antica, il secondo non può che eccitare il desiderio che l'impresa venga compiuta onde mettere in luce l'autentica ricchezza e la grande qualità bibliografica della raccolta durantina. Si trattava di una delle raccolte bibliografiche più illustri e ricche del Rinascimento la cui tradizione risale ai tempi di Federico da Montefeltro nel XV secolo. La biblioteca aveva continuato ad accrescersi per più di un secolo e mezzo, fino all'epoca dell'ultimo duca di Urbino che vi aveva profuso fondi ed energie.