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Per Flavia de Luce, undicenne avventurosa, due fronti sono sempre aperti. L'uno: la resistenza attiva contro gli scherzi feroci delle sorelle maggiori, la colta Daphne e la frivola Ophelia, così diverse ma così solidali nel tormento alla sorellina. L'altro: l'investigazione degli strani casi del villaggio inglese di Bishop's Lacey, dove sorge tra i cottage aggraziati la sua antica magione. Flavia è infatti di famiglia nobile, eccentrica come si deve e naturalmente squattrinata. La cosa più preziosa che ha ereditato da un avo è la passione fruttuosa per la chimica, che fa il paio, per affinità di metodo, con la vocazione investigativa. Durante la fiera nel prato della parrocchia, ha la curiosità di consultare una veggente, alla quale giunge visione di Harriet de Luce, la madre morta in una escursione in montagna quando Flavia era bambina. Poco dopo, la zingara è aggredita nel suo carrozzone e ridotta in fin di vita. Il minaccioso episodio, sommato all'impossibile apparizione, sollecitano la piccola investigatrice. Qualcosa si è smosso, forse nei misteri del passato, forse in quelli del presente: stavolta è un cadavere vero che la ragazzina scopre, appeso, come un segno voluto, al tridente del Poseidone di una fontana nella sua tenuta, e con una posata dell'argenteria di casa infilzata nel naso. Impossibile non credere che sia un segnale mirato alla sua famiglia.