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Costruito come un polittico, questo libro accosta le opere di numerosi autori, attivi a partire dagli anni Cinquanta, accomunati da un programma di rinnovamento linguistico e stilistico, di rottura nei confronti della tradizione, o solitati nel perseguire una precisa idea di sperimentazione letteraria. Da questo allineamento viene fuori un paesaggio variegato e inedito della letteratura sperimentale del secondo Novecento. Con non poche sorprese, nell'individuazione di vere e proprie primogeniture, di esperienze isolate e assolute, molte delle quali siciliane (Pizzuto, Cacciatore, D'Arrigo, Fiore), che anticipano proclami chiassosi, manifesti, esegesi di gruppo, scompaginando periodizzazioni di comodo. Ci si trova così di fronte a pagine di riflessione e insieme di militanza, nelle quali l'attenzione rivolta alla compagine, alla connessione delle forze e delle iniziative, alla ragnatela dei rapporti e delle opere, va di pari passo con l'approfondimento sulle singole personalità, nel tentativo di rilevare specificità, similarità e opposizioni non riconducibili a nessuna idea di corporazione, di spirito di gruppo letterario.