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Due donne stanno sedute a chiacchierare sulla strada. Passa Dante Alighieri. Il poeta ha "carnagione scura, capelli folti, neri e ricci, come la barba". Una delle due donne dice all'altra: "Guarda! Quello è il tizio che è stato all'inferno e parla degli spiriti e delle cose incredibili che ha visto laggiù". La vicina commenta: "Dici bene, mia cara. È proprio così: guarda lì che barba crespa e che pelle scura gli hanno fatto venire il nero e il fumo dell'inferno". Se Dante era brutto, Petrarca, il semprevergine, era bello e Boccaccio, tondo e grasso. Tra varie scintillazioni aneddotiche, l'umanista, banchiere e mercante, Giannozzo Manetti (1396-1459) abbrevia e rilega le biografie dei tre artefici di una luminosa rinascita culturale.