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"Il viaggio in treno da Londra era stato particolarmente faticoso, anche a causa del nostro triciclo. Quando in Inghilterra avevamo cominciato a far conoscere la nostra intenzione, di organizzare un giro in Italia come se fosse un pellegrinaggio, gli amici più intimi si erano sentiti in dovere di elencarci tutte le difficoltà alle quali saremmo andati incontro. Il velocipede si sarebbe rivelato un vero fardello, sarebbe stato come portarsi dietro un bastimento. Per facchini, guardie e ufficiali delle dogane saremmo diventati facili prede e per trasportare il mezzo in Italia avremmo dovuto pagare una somma maggiore di quanto avevamo speso per acquistarlo".