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Bontempelli mise per iscritto queste "Interpretazioni sudamericane" in occasione di un viaggio in America del Sud (1933), fatto in compagnia di Marta Abba, Pirandello, Paola Masino. Il libro ha il tono di una meditazione sulla civiltà. Una nuova ragione deve presiedere una nuova civiltà e in ciò l'emigrazione italiana avrà un senso se saprà farsi terreno di cultura di nuove forme e di nuove genti: non quel che furono i Romani per l'Europa occidentale, "ma quel che fu per la vuota piana europea la immigrazione degli Arii".