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Con fatica e non senza resistenze si sta facendo oggi strada una nuova cultura della salute, che vede nella partecipazione dei cittadini un aspetto cruciale e positivo. È quasi nel senso comune l'idea di una comunicazione e di un coinvolgimento del paziente. Da qui nascono però anche grandi tensioni. Da una parte infatti tutti sembrano spontaneamente interessati alla reciprocità orizzontale, a un rapporto paritetico. Dall'altra parte però tutti rivolgono aspettative crescenti alla medicina iperspecialistica, il che di per sé spinge a ritornare al vecchio rapporto medico-paziente, tutto sbilanciato tra chi sa e chi non sa. In questa situazione di cambiamento, ancora fluida e immatura, si possono ipotizzare due esiti dif-ferenti: si può ritornare a una situazione stabile, in cui la centralità direttiva del medico non viene messa in discussione. oppure si può percorrere la strada dell'innovazione, dell'apertura verso un nuovo sapere delle relazioni. È verso questo secondo scenario che vogliono guidarci le pagine del presente volume. Affrontano il tema della comunicazione medico-paziente in un'ottica triangolare e relazionale, come se fosse una danza. In una danza infatti nessuno dei danzatori è in grado di dirigere il movimento d'assieme. Ciascuno reagisce agli altri non meno di quanto agisca verso gli altri. Ripercorrendo le fasi cruciali di un complesso progetto, promosso da alcune istituzioni della pro-vincia di Piacenza (il Centro servizi per il volontariato, l'Ordine dei medici, il Collegio degli infermie-ri, l'Azienda Usl e numerose associazioni di volontariato), il volume si configura come uno stru-mento importante, anche oltre i confini entro i quali è stato condotto lo studio di caso. un contributo per approfondire le prospettive di umanizzazione e di democratizzazione della cura sulla base di una radicale fiducia nella capacità di ben-agire di professionisti e strutture sanitarie, delle associa-zioni di volontariato, dei pazienti e delle loro famiglie.