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La gestione responsabile e sostenibile di una organizzazione consiste, in primo luogo, nel saper rispondere alle molteplici sollecitazioni ed esigenze che provengono dalla gamma sempre più ampia dei soggetti interni ed esterni ad essa collegati. Una responsabilità sociale, oltre a quella economica e ambientale, può essere parte integrante della programmazione strategica e del perseguimento di innovazione e di vantaggio competitivo, sia per imprese profit sia per imprese civili sia per organizzazioni del terzo settore, soggetti sempre più spesso parti attive del mercato e in fase di passaggio da operatori sociali a imprenditori sociali. Puntare su una nuova catena del valore sostenibile, su giochi cooperativi tra dipendenti volti ad imparare a lavorare insieme, su scambio di doni e relazioni all'interno dell'azienda, sono prerogative con le quali ogni impresa ormai si confronta quotidianamente. Questa ricerca, la letteratura e diversi casi aziendali, a tal proposito, confermano che la reputazione che discende dal perseguimento di prassi efficaci di responsabilità sociale è entrata a pieno titolo nel management dell'impresa, fornendo qualità e sostenibilità nel medio-lungo termine, diminuendone la rischiosità, aumentandone il valore, la capacità competitiva e il posizionamento sociale. Sulla base di queste premesse, in un contesto globalizmto dove il made in ltdy cerca nuove leve di differenziazione e dove si cerca di valorizzare le ingenti risorse non delocalizzabili ancora poco sfruttate, occorre divulgare percorsi responsabili, per M-PMI integrate a monte con la ricerca e a valle con i servizi, parallelamente a iniziative di grandi imprese che, come onde concentriche, possano propagare buone pratiche lungo le loro filiere. Strategie di costruzione di capitale di connessione, di capitale sociale e di innovazione per il bene comune, ancor più delle "invenzioni" talvolta non convenienti nemmeno economicamente, possono infatti costituire enormi leve in grado di conferire vantaggi all'imprenditore e benefici al sistema. E, se da un lato è ineludibile la voce e il potere dei nuovi consumAttori responsabili, che riequilibrano piano piano con il premio di mercato situazioni ancora governate da esterna-lità e concorrenza distorta, è altrettanto necessario che le organizzazioni imparino a gestire più correttamente la catena di fornitura, a stabilizzare e fidelizzare clienti e fornitori e, soprattutto, a porre le fondamenta di quella resilienza basilare per fronteggiare non tanto situazioni contingenti di crisi, ma i normali snodi e l'evoluzione dei mercati.