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Il testo affronta il cambiamento intercorso nella relazione fra azienda e ambiente focalizzando l'attenzione sulle determinanti del rapporto fra patrimonio tangibile e intangibile. Nel contesto contemporaneo, la tecnologia è artefice della creazione di nuove dimensioni spazio temporali all'interno delle quali l'area di verifica delle condizioni di aziendalità ha mutato forma e contenuti. Al fattore conoscenza e al fattore tempo si guarda ormai con valenza strategica, ma ciò che cattura maggiormente l'attenzione è il costante richiamo alla centralità della figura dell'uomo nel governo dell'azienda: l'individuo si caratterizza per una propria capacità cognitiva che ne definisce unicità e originalità di pensiero. È l'essere umano che si erge a vera propria risorsa cognitiva che oggi può essere meglio compresa e interpretata, con valenza sia endogena sia esogena, mediante il ricorso alla disciplina delle neuroscienze. Non significa abbandonare la posizione che vuole l'azienda come istituzione oggettiva e che vede l'uomo al suo servizio, quanto piuttosto ampliare il campo di osservazione e studio a una nuova prospettiva, quella neuroscientifica per l'appunto, capace di completare, integrare e riconfigurare lo stesso fattore conoscenza.