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Il volume propone alla lettura alcuni saggi che muovono dal convincimento che ogni concetto, prima di divenire parola scritta, sia già forma recitata al pensiero, immagine che prende corpo nel suo stesso profilo di consistenze e di strutture, fino a coincidere con i dettati linguistici che la rivelano e che la rendono possibile alla conoscenza. Questo percorso è stato contraddistinto con i termini che, via via, dal Romanticismo in poi, si sono imposti alla storiografia per indicare le tensioni dello spirito (ovvero della coscienza, dell'anima) verso i territori dell'"altro" e le modalità in cui la mente genera i suoi legami con gli spazi del sociale e della storia, ma anche i conflitti, le condizioni di separatezza, i grandi fuochi che ardono al bivio fra vecchi e nuovi interrogativi e che - sperimentati i molteplici e complessi enigmi dell'individuo e della natura - si nutrono di esercizi simbolici, di altezze ideali e di insegne tanto problematiche quanto intellettualmente feconde e sonanti. In questa direzione i saggi del libro possono, dunque, fornire una prospettiva illuminante dei modelli conoscitivi e delle dimensioni culturali in cui si sono espresse le ragioni estetiche, politiche e religiose della sensibilità otto-novecentesca.