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L'idea occidentale della musica abita iI mutamento civile e non solo la ripetizione rituale, perchè in essa le risonanze affettive e spirituali del Logos sono state intenzionalmente consegnate all'estro creativo dell'uomo. E ciò e avvenuto mediante l'azzardo liturgico di un canto responsoriale della fede, cui e stata assegnata la responsabilità espressiva della Parola. II racconto di questa storia, e delle sue svolte epocali, non e diffuso. La conoscenza e la frequentazione delta nostra tradizione musicale, da questo punto di vista, e da tempo svaporata nell'inerte ripetizione di pochi luoghi comuni. Fra questi luoghi comuni affiora anche it pregiudizio di una perfetta e insanabile estraneità fra la contemporaneità musicale e la tradizione religiosa. L'estraneità fra i due mondi rimane certo cospicua, inspiegabilmente, sul piano della conoscenza e dell'interesse che abitano la cultura riflessa e ufficiale. Non lo è affatto, se ci si porta concretamente sul terreno dell'arte colta e del pensiero creativo che la alimenta. Nel Novecento musicale, in modo particolarmente vistoso anche rispetto alle altre forme espressive, il confronto diretto, ancorché dialettico e critico, con i temi della tradizione spirituale e religiosa e imponente. La profezia di Nietzsche - «l'arte avanza, dove le religioni si ritirano» - non ha fatto grandi ascolti, in musica. Questo saggio cerca di agevolare l'ingresso nella contemporaneità, raccontando anzitutto gli inizi e i passaggi salienti della spiritualità occidentale della musica, nel suo formarsi. II filo dell'analisi non è quello convenzionale della storia della musica, ma quello della elaborazione dell'esperienza musicale, in cui si intrecciano i mutamenti della coscienza collettiva e le risonanze del mistero sacro.