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«La mostra Deep di Roberto Braida è un viaggio affascinante nei misteri della vita, un tentativo artistico-filosofico di arrivare a comprendere i segreti della natura e del cosmo. La pittura è un dialogo ravvicinato, di genere quasi spirituale, con i paesaggi ed i colori che diventano emozionali, riti ancestrali che raccontano un tempo fuori dal tempo, una storia fuori dalla storia. È un perdersi e ritrovarsi, in questi tempi di pandemia, dove la solitudine dell'uomo si incontra con la forza dell'arte, capace di evocare colori, illuminazioni e voci che arrivano da lontano, ma hanno una loro invadente presenza. Il dipingere possiede la libertà della poesia, ma contiene anche le movenze classiche della narrazione e trova un sapiente equilibrio strutturale cromatico. In Italo Calvino la ricerca di verità non ha mai fine, la superficie delle cose è inesauribile e infinita: "Solo dopo aver conosciuto la superficie delle cose, - conclude Palomar, - ci si può spingere a cercare quel che c'è sotto. Ma la superficie delle cose è inesauribile." Mentre Roberto Braida, attraverso l'arte, si spinge sempre più in profondità e penetra nello spirito umano, nei segreti delle nostre emozioni, per arrivare a delineare un paesaggio dell'anima che contiene una sua misteriosa e delicata conoscenza. Il tema del paesaggio apparentemente domina la scena, ma, attraverso la sua costruzione, si evidenzia un messaggio più sotterraneo e indecifrabile. Nelle sue opere troviamo echi e rumori di fondo che descrivono i sentimenti di paura e gioia, che raccontano una stagione in fragile equilibrio che cerca l'armonia, ma che si apre anche a paure improvvise. È una modernità non gridata, ma raggiunta attraverso una costruzione classica e misurata quella a cui tende Braida, il quale comprende che, la nostra labirintica realtà, può essere descritta solo attraverso un'elaborazione complessa, ricca di velature, sottili variazioni cromatiche, accensioni luminose...» (Riccardo Ferrucci)