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Lo studio mette in luce una "fenomenologia della fede", che in Guardini avviene non solo in forma concettuale, ma soprattutto sensibile, mediata, espressiva: per mezzo di figure. Esse provengono dal mondo dell'Antico e del Nuovo Testamento (Abramo e Maria), dal mondo della teologia, della poesia, della filosofia, della critica della religione (Agostino, Dante, Pascal, Hölderlin, Dostoevskij, Nietzsche, Rilke). Già la ricchezza di queste figure mostra come vi sia effettivamente un numero straordinariamente elevato di manifestazioni di fede vivente (e di non-fede vivente), come la fede (o la non-fede) in Cristo si apra in un prisma multicolore. Chi lo ascolta e lo legge impara a "vedere" le differenze ("vedere ciò che è, è una grazia straordinaria"). Così le figure che Guardini ha scelto diventano per lui un libro aperto su "Dio e il mondo". Dall'Introduzione di Hanna-Barbara Gerl-Falkovitz