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on Arturo Carlo Jemolo (1891-1981) - maestro di diritto, storico e protagonista dei contrasti fra Stato e Chiesa - si scrive un capitolo di storia dell'Italia repubblicana. Una biografia intellettuale dai tratti rari che si intreccia con alcuni dei suoi protagonisti, da Ernesto Buonaiuti a Aldo Capitini, e lungo la quale l'autore distilla i punti nevralgici della riflessione di Jemolo su religione e politica. Un confronto critico, volto a superare sterili opposizioni (cattolicesimo progressista/conservatore; continuità/discontinuità del Vaticano II) con un'apertura alla pluralità dei fattori in gioco. In queste pagine la lezione di storico è alla doppia potenza: se la diagnosi di Jemolo ha lo sguardo lungo sino a oggi, Carlo Fantappiè ne radicalizza la critica di fondo. La malattia latente nel cattolicesimo italiano si mostra sotto forma di idealismo, con l'effetto di una dialettica fra una presunta Chiesa ideale delle origini e una Chiesa che nega di fatto ciò che essa è di diritto: istituzione ecclesiastica, o mediazione - teologica, giuridica e pastorale - necessaria e antinomica tra fede e Chiesa. Sfumano i contorni dei grandi pensatori, ma restano i dilemmi loro sottesi, come il giudizio sulla modernità.