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Questa è opera letteraria, opera di fantasia, certo, ma con un substrato di verisimile collocazione storica che parla di un popolo e di un regno che ha saputo estendersi in tutto il nord Italia e giù, lungo la penisola, fino ai ducati di Spoleto e Benevento: quando cadde, con esso cadde un sogno accarezzato da Desiderio, ultimo re longobardo e per un breve periodo suocero di Carlo Magno. Il sogno era quello di unire l'Italia.Ma chi erano i Longobardi? Genti indomite, capaci di resistere ai nemici che ne minacciavano la stabilità: i Franchi che premevano ai confini occidentali, gli eserciti bizantini, intenti alla riconquista di una terra che ormai non apparteneva più a loro, i molti duchi ribelli e il Papato, il cui potere temporale in ascesa si scontrò con la sovranità della nazione longobarda. Tutti questi nemici non riuscirono a far crollare il regno. Protagonista involontaria, tragica figura della Storia, fu una donna: Ermengarda, figlia minore di re Desiderio e sorella del principe Adelchi, la cui vicenda segnò gli ultimi anni della vita longobarda. I fatti sono noti. È storia tanto intensa da affascinare come un romanzo. O meglio: da suggerire il romanzo