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La divaricazione sorta nell'epoca moderna tra scienze empiriche e riflessione teologica ha preso avvio dalla fisica. Grazie al suo sviluppo si è posta la questione fondamentale relativa al metodo per conoscere la realtà. Il rapporto tra le due forme di sapere, armonico nell'antichità, è diventato conflittuale negli ultimi secoli, per tornare a una implausibile conciliazione - che rasenta lo sconfinamento in alcuni autori - nei decenni recenti. Il desiderio di reciproco "anatema", dovuto alla pretesa di poter dire l'ultima parola sulla verità dei fenomeni, non nasceva tuttavia né dalla capacità effettiva della fisica di conoscere tutto della realtà né dalla presunzione della teologia di sapere tutto per il fatto di essere "partecipazione alla scienza divina", bensì dalla mancata precisazione di cosa si dovesse intendere per scienza. Il dialogo tra le due discipline, ancora faticoso - lo si deve ammettere, soprattutto là dove non ci si lasci condurre da frettolosi intenti concordistici -, sta portando al reciproco riconoscimento di metodiche diverse, che essendo tuttavia orientate al medesimo oggetto permettono integrazioni senza confusioni.(Giacomo Canobbio)