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La costruzione delle infrastrutture, tanto più se di trasporto collettivo di massa, è sempre più un'operazione complessa, che le amministrazioni pubbliche difficilmente riescono a programmare e realizzare da sole. Sfruttando le potenzialità che le aree assumono se servite da una stazione o da un nodo infrastrutturale, altri contesti, negli Stati Uniti, innescano processi virtuosi di utilizzazione dell'aumento del valore delle aree per la realizzazione, il completamento o il potenziamento delle infrastrutture stesse. L'autore analizza nel testo due punti di vista: da un lato i processi di densificazione delle aree urbane servite da nuove infrastrutture, attraverso lo sfruttamento della nuova, maggiore accessibilità, con la realizzazione di aree urbane a forte mix funzionale, con grande attenzione per la realizzazione di luoghi urbani significativi. Dall'altro, illustra come queste pratiche investano i livelli sovra locali della pianificazione territoriale, al punto da imporsi in alcuni casi come modelli per riaggregare territori dispersi, combattere le pratiche correnti di diffusione urbana, investire su processi di decentramento che spingono alla pianificazione di città metropolitane policentriche, basate su corridoi di trasporto collettivo. Il testo, nell'illustrare pratiche estere rispetto al contesto italiano, in realtà rimanda con spunti e suggerimenti, all'applicabilità di queste pratiche anche nei nostri casi di pianificazione di scala intercomunale e provinciale.