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Nel corso degli anni le riforme della politica agricola comunitaria hanno introdotto strumenti innovativi per il sostegno dell'attività agricola. Tale approccio ha profondamente modificato l'atteggiamento dell'imprenditore nelle scelte da apportare nella propria azienda, seguendo i dettati legislativi che potevano essere più vantaggiosi per la propria attività e le scelte colturali. Si è passati da un periodo storico in cui si ricercava l'incremento della produzione agricola dei principali beni alimentari, ad un altro in cui, consapevoli di aver raggiunto l'autosufficienza per alcuni strategici comparti produttivi, si è proposto, tra gli altri strumenti il set-aside (cioè il "riposo" obbligatorio dei terreni) per ridurre le eccedenze; non è da dimenticare la rilevanza che con il passare degli anni ha assunto la tutela dell'ambiente e delle risorse naturali da parte anche dell'attività agricola divenendo parte integrante delle politiche agricole comunitarie. Il presente studio prende avvio da queste considerazioni di carattere generale e si propone, appunto, di valutare da diversi punti di vista, se e in che modo le principali riforme che hanno caratterizzato il percorso della politica agricola comunitaria, hanno modificato il comportamento dell'imprenditore agricolo: in particolare gli approfondimenti riguarderanno la coltivazione del mais, prendendo a riferimento sia la situazione nazionale e delle zone maggiormente vocate, sia un campione di aziende agricole di pianura.