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Nel 1570, dopo oltre quindici anni di preparazione, lo stampatore Domenico de' Franceschi pubblica a Venezia "I Quattro Libri dell'Architettura di Andrea Palladio". Il trattato, che associa magistralmente disegni e testo, distinguendosi per la straordinaria chiarezza lessicale e grafica oltre che per l'efficacia comunicativa, si afferma come uno dei più grandi successi editoriali di tutti tempi e dalle sue tavole prenderà le mosse gran parte dell'architettura occidentale. Ma al di là del suo trionfo plurisecolare, il trattato si configura nell'immediato come mossa decisiva di una strategia artistica e professionale che il suo autore, Andrea dalla Gondola, già oscuro tagliapietra nato a Padova nel novembre del 1508, persegue fin da quando, su consiglio dell'umanista e suo protettore Giangiorgio Trissino (1478-1550), dismette il banale cognome Dalla Gondola per assumere l'evocativo pseudonimo di Palladio: nome carico di suggestioni del mondo classico e della sua mitica sapienza, personificata in Pallade Atena, divinità titolare, non a caso, del Partenone, il più celebre monumento dell'antichità.