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La Pala di Pesaro di Giovan Gerolamo Savoldo è la sua opera più grande eppure paradossalmente la meno conosciuta. L'impossibilità di spostarla, la mancanza di servizi fotografici che la mostrassero generosamente, la difficoltà d'intervento ne hanno determinato un'ambigua sfortuna. Infine è stata avviata l'opera di restauro, progetto partito da Bruno Contardi e concretizzato da Caterina Bon. Data la necessità di non spostare l'opera, è stato costruito intorno ad essa un laboratorio studiato da Ettore Sottsass che contiene la macchina ingegneristica progettata da Goppion con la collaborazione di Mariolina Olivari.