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Nel centenario della morte di Domenico Baccarini, le città di Faenza e di Ravenna si uniscono nel promuovere un'esposizione organizzata dal Museo Internazionale delle Ceramiche di Faenza, imperniata sugli artisti che composero originariamente il "Cenacolo". Al Cenacolo Baccariniano aderirono anche scrittori come Alfredo Oriani, collezionisti come Ercole Alberghi, filantropi socialisti come Ugo Bubani. Ma furono le arti figurative a primeggiare impersonate da Domenico Rambelli, Giuseppe Ugonia, Giovanni Guerrini, Francesco Nonni, Pietro Melandri, Ercole Drei e altri ancora. L'esposizione faentina, che comprende 150 opere tra le quali anche sculture, ceramiche e disegni di Baccarini, riserverà la sua attenzione ai protagonisti della scultura, senza dimenticare la grafica e, fra le arti applicate, la stessa ceramica, visibile nel percorso permanente del museo. L'intento della mostra è quello di restituire l'ambiente culturale faentino del primo decennio del Novecento spingendo la ricerca fino al terzo, dopo il quale anche i protagonisti del "Cenacolo" cambiarono ideali artistici, forti di esperienze maturate in città e fuori di essa, al seguito o meno delle avanguardie.