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Nell'introdurre la seconda edizione del suo saggio "Adolf Loos e il suo angelo", Massimo Cacciari ha posto l'accento su una costante dell'opera del grande architetto che è anche all'origine di questa nostra: "È l'idea di Europa, della kultur europea che Loos avanza Di fronte alle sue architetture dovremmo poter dire: ecco la nostra Europa! Fatta di distinzioni rigorose e di nessi altrettanto precisi; mai 'grumo' e mai 'disiecta membra; mai ideologia, mai utopismo, mai in fuga dalle responsabilità, mai insieme, mai chiusa in se stessa, mai definibile per tipologie e canoni". Loos non è stato solo un grande architetto. La sua era ed è ancora una lezione di civiltà, espressa con la stessa onestà intellettuale nell'opera costruita e negli scritti. Questa antologica, intende produrre una sintesi significativa del lavoro di Loos, che oltre a ricostruirne le origini, gli sviluppi e gli esiti, aiuti anche a comprendere le ragioni del suo straordinario influsso sull'architettura successiva. Il sottotitolo "Architettura. Utilità e decoro"; che i curatori, Richard Bösel e Vitale Zanchettin, hanno scelto per la mostra, indica non una polarità bensì il raggiungimento di un equilibrio. La semplicità di Loos è economia di mezzi ma anche capacità di sintesi. Per questo nella sua architettura forma e funzione, tradizione e innovazione, teoria e prassi, istanza sociale e prospettiva culturale riescono a conciliarsi senza sforzo apparente.