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Piegare, tagliare, bucare, stropicciare, ricalcare, con carta, cartone, stoffa, pongo: semplici operazioni manuali con altrettanto semplici materiali sono alla base dell'universo estetico di Stefano Arienti, il poeta degli origami. Tra le sue mani oggetti e materiali decontestualizzati cambiano forma e significato e assumono nuove identità: i fogli di carta diventano barchette, gli orari ferroviari s'intrecciano in un ventaglio, i giornali si riciclano come proiettili o si attorcigliano a formare corde.