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«... La poesia di Raffaella Poldelmengo è ungarettiana, volta cioè al togliere più che all'aggiungere. Perciò bisogna leggere tra le righe, e comprenderne lo spazio vuoto, il silenzio. Infatti gli spazi vuoti segnano le pause, per chi legge, anche all'interno di uno stesso verso e di una frase dal senso finito: sono una esitazione necessaria a un procedere che definirei liturgico. Il tema è la guerra e il suo impatto: e come questa a volte lasci intatto il cielo ma non la terra desolata. Le guerre e le stragi sono enunciate dai titoli delle tre sezioni; se ne percepisce lo strazio, ma il mutare imperturbato delle stagioni e dei gesti quotidiani sembrerebbe volerle contraddire...» (Dalla prefazione di Bianca Tarozzi)