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"La visione di Edith sembra aprirsi ad una profondità di esperienza del vivere all'interno della quale non solo si osserva e cura la morte, ma se ne partecipa spiritualmente così a fondo come ogni cellula del corpo ne partecipa biologicamente, in una compresenza stratificata di vita e di morte che si accresce nel tempo come gli anelli dell'albero dentro al tronco. E tuttavia, se dal suo sguardo si viene affondati in questa temporalità disperante, i suoi versi non rendono l'informe dell'esistenza, perlustrano invece come una ronda di notte ogni luogo, si accertano dell'andamento dell'esistenza, la documentano, cercano inesauste nuove 'prove'." (dalla prefazione di Stefano Gallo) "Si scopre in questa raccolta una poesia a fior di pelle. Intendiamoci, vi si percepisce la dolcezza di una donna, ma non fidatevi, il suo racconto è tutto impregnato di forza, forza nata da un'infanzia intrisa di sofferenze sormontate, sua madre imprigionata, suo padre morto a Mauthausen. Ella ci offre una poesia generosa nella quale non è necessario introdursi con effrazione. Da ogni poesia emana il suo umanesimo e i suoi interrogativi ci turbano nel più profondo di noi stessi. (dalla prefazione di François Sauteron)