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Dove poteva nascere questo romanzo rivoluzionario se non nella New York della Grande Depressione? E da dove poteva trarre la sua travolgente carica ironica se non negli ambienti ebraici dell'Upper West Side, dove Nathanael West, precursore di scrittori quali Saul Bellow e Philip Roth, è nato e cresciuto? "Miss cuori solitari" è così il capostipite di una grande tradizione letteraria, ma anche teatrale e cinematografica, americana. Nel romanzo, lo straniamento del protagonista - un giornalista titolare di una rubrica di consigli sentimentali e di vita - è sottolineato dal fatto che il suo vero nome non venga mai rivelato: è per tutti semplicemente 'Miss Lonelyhearts', un uomo che soffre per l'abisso di dolore, di ignoranza, di sfruttamento, di miseria che rivelano le lettere delle sue lettrici, alle quali non riesce a dare risposte soddisfacenti al di là di un consolatorio ottimismo di maniera. Ma anche il suo mondo personale è vuoto, solitario, così come l'intera città è piena di personaggi stereotipati come il suo caporedattore Shrike, l'eterna fidanzata Betty, i colleghi, la moglie di Shrike, con la quale ha una relazione... È un mondo completamente falsato, sradicato, infelice, solitario e costruito su ideali fuorviami: "Gli uomini hanno sempre combattuto la loro condizione miserevole con il sogno. Benché un tempo i sogni avessero un grande potere, oggi sono stati ridotti a un grado puerile dal cinema, dalla radio e dai giornali", riflette Miss Lonelyhearts.