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Negli ultimi decenni, la 'dignità umana' è andata assumendo - nelle Costituzioni, nelle legislazioni e nelle giurisprudenze europee - una crescente centralità. In coerenza con l'affermarsi di una cultura istituzionale personalista, ha gradualmente acquisito una forza 'centripeta' nello spazio europeo che la rende parametro imprescindibile all'interno dei sistemi di tutela dei diritti dell'uomo. Il rapporto tra uomo, società e potere politico pone oggi questioni nuove e complesse. Emerge la necessità di una riflessione costituente che sia capace di ritornare ai principi e ai valori alla base della nostra convivenza per verificarne effettività e realizzabilità. Un ripensamento di alcune delle categorie e soluzioni politiche e istituzionali tradizionali può muovere da questa riflessione costituente. In questo contesto, l'incontro con la 'dignità umana' è sorprendente: non solo essa emerge come il cuore della novità del costituzionalismo europeo degli ultimi decenni, ma anche come parametro centrale dei meccanismi e strumenti predisposti da legislatori e corti europee per garantire la tutela dei diritti umani fondamentali. Il suo essere sfondo e orizzonte rende la riflessione sulla dignità umana straordinariamente feconda; e quanto più la dignità umana si conferma valore fondante del rapporto tra individuo, società e potere politico, tanto più è necessario indagarne origini, declinazioni possibili, potenzialità ed ambiguità.