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L'eccezione esemplare della poesia di Maria Modesti è la capacità di rappresentare nel modo più incisivo e rigoroso la doppia esperienza delle ferite del corpo e della costanza dell'anima, ma (e questo è il risultato più alto) anche i timori e i tremori dell'anima e la speranza della resistenza e della riconquista della durata del corpo. Il termine 'corpo' è quello che quasi in ogni testo compare in luce, e viene pronunciato, perché, sì, nella condizione dell'uomo è la presenza clamorosamente evidente, con tutte le caratteristiche, le esperienze, le vicende, le venture, così fragile e prezioso, e per questo è così facile che sia colpito e combattuto, fino allo strazio del dolore fisico e all'apparire immediato dell'ombra della morte. Per questo la poesia di Maria insiste splendidamente sulle forme della natura, le colline, il mare, un sentiero, un'estate, che sono il correlativo obiettivo del corpo... Il discorso di Maria Modesti è rapido, essenziale, il verso è netto e fortemente scandito, serrato e vigoroso nella necessità dell'offerta del messaggio. La grazia, sia pure spesso difficile e pericolosa, perché un poco aspra, delle forme del mondo non è mai soltanto l'occasione di un incontro di stagione e di paesaggio, ma è anche il confronto con l'itinerario e il susseguirsi del tempo del corpo nei suoi rischi, nelle sue gioie, nei suoi piaceri, soprattutto delle sue prove di pena, di ansia, di angoscia...