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Se è vero che "Miramientos" sembra occupare un posto un po' defilato nell'opera letteraria di Javier Marias, è anche vero che questo volume, come scrive Elide Pittarello, "evidenzia una componente fondamentale della sua scrittura: la sfida all'esperienza pragmatica, la scommessa sulle identità fragili . incerte come la vita stessa . che ogni suo libro lancia con differenti dosi di immaginazione". Sono quattordici ritratti di scrittori di lingua spagnola osservati e anzi "perseguiti" attraverso le loro fotografie; e a questi quattordici se ne aggiunge un quindicesimo, e cioè l'autore stesso, che nel suo conclusivo "Autoritratto farsesco" si comporta allo stesso modo che negli altri casi. L'idea che sta infatti alla base di questo volume è di analizzare i volti e gli atteggiamenti, concentrarsi soltanto su queste fisionomie "parlanti" cercando di dimenticare tutto il resto, che sia la frequentazione personale con alcuni di loro - da Aleixandre a Benet, da Savater a Cabrerà Infante, da Martinez Sarrión a Mendoza - o che sia l'eco profonda e consapevole delle loro vite e delle loro opere - da Quiroga a Valle-Inclàn, da Borges a Bioy Casares, da Lorca a Cernuda, da Neruda a Victoria Ocampo. Prefazione di Elide Pittarello.