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In un antico palazzo dell'isola Saint-Louis, a Parigi, si riuniscono i membri di un misterioso "club" per sperimentare gli effetti dell'hashish: tra gli adepti ci sono anche scrittori del calibro di Balzac, Nerval, Baudelaire e Gautier. Ed è proprio Théophile Gautier a rivelare per primo, in un articolo e poi in un lungo racconto diventato giustamente celebre, "Il club dell'hashish", i retroscena di quelle riunioni dove la droga suscita delizie voluttuose, ma anche incubi e brividi d'orrore. Del resto l'ambiguità dei paradisi artificiali tanto ricercati dalla generazione romantica, sarà messa in luce qualche anno dopo in modo magistrale da Baudelaire. Da parte sua Théophile Gautier, la cui opera narrativa e poetica, a furia di "cambiare il dizionario in tavolozza", rivaleggia spesso con la pittura, sa descrivere le allucinazioni, siano esse causate dall'hashish o dall'oppio con il talento di un maestro del genere fantastico.