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"Qualche anno fa, parlando dei due libri di Alberto Caramella usciti quasi contemporaneamente nel 2000, avevo cercato di identificare la sua intrigante, seppur sempre chiarissima, scrittura (sia in poesia che in prosa) come una "scrittura per gioco". Ora sono davanti a un altro libro, intitolato "Pulizia", e vedo che il gioco continua, ma si fa sempre più sconcertante, complesso, (forse) crudele, (forse) autocelebrativo e insieme autodistruttivo: un gioco la cui ingannevole "leggerezza" gli permette di farne un macigno (o, come vedremo, una pietra tombale)." (dalla prefazione di Adelia Noveri)