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Tony Gentile è il fotografo più famoso ma paradossalmente sconosciuto per quanti in Italia hanno visto una sua fotografia tanto eccezionale da essersi trasformata in un'icona della storia italiana contemporanea. La conosciamo tutti: è stata pubblicata mille volte in tanti giornali e libri, la si ritrova sui frontoni dei palazzi di giustizia, nei circoli antimafia, nelle manifestazioni politiche, nei libri di storia contemporanea. Sto parlando della foto straordinaria di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino che parlano fitto in confidenza. Un'immagine che è entrata nell'album di famiglia di intere generazioni. Il volume raccoglie questa e molte altre fotografie scattate da Tony Gentile negli anni terribili della guerra di mafia che a Palermo ha seminato centinaia di morti, in cui il capoluogo siculo appare come una specie di Beirut negli anni della guerra, assassinata e trucidata anche lei. Ma il volume non è solo un susseguirsi di immagini drammatiche e spettacolari dei morti ammazzati, è anche un libro che offre spazio alla quotidianità di Palermo, dalle processioni religiose fino allo stadio La Favorita. Momenti di vita ordinaria che creano quasi un cortocircuito nella percezione del fruitore per rendere più esplicita la dicotomia tra i due volti opposti della città: la sua tragedia e la sua umanità.