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Il lavoro dello stilista Antonio Marras sulle raccolte del Museo Sanna di Sassari ben rappresenta quello che dovrebbe essere lo spirito di una esposizione. La capacità di raccontare, di far tornare a vivere e di intrecciare insieme oggetti e storie di epoche diverse e fra loro anche molto lontane. Con i suoi assemblages, il "regista" mette in dialogo reperti archeologici ed etnografici del museo, in parte frutto del collezionismo di Gavino Clemente: non indica come guardarli, ma suggerisce significati senza mai palesarli, permettendo all'osservatore di viaggiare con la fantasia, trovando una personale via di comprensione.