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Il volume è dedicato all'opera di Tarwuk, presentata, per la prima volta in Italia, alla Collezione Maramotti di Reggio Emilia. Tarwuk, collettivo costituito da Bruno Pogacnik Tremow e Ivana Vuksic - artisti croati con base a New York - lavora sulla figura umana che, rielaborata in sculture dai tratti mutanti e tormentati, rappresenta il risultato di una profonda ricerca sull'identità e sui segni che memorie e tensioni inconsce imprimono sui corpi, modellandoli fisicamente. Nati nella Jugoslavia socialista e cresciuti nei Balcani nel periodo della guerra d'indipendenza della Croazia (1991-'95), gli artisti di Tarwuk considerano le loro sculture luoghi simbolici di perdita e conflitto soggetti a dissezione anatomica, ma anche organismi che racchiudono, in potenza, una dimensione di rigenerazione e rinascita. Di grande interesse anche i disegni, da intendersi come opere pienamente autonome, che appaiono onirici e immediati, e accolgono echi simbolisti e del secessionismo viennese: un periodo in cui gli artisti individuano un equilibrio fra tensioni opposte - morte e bellezza, decadenza e decorazione - verso il quale tendere.