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È opinione comune che l'architettura federiciana, in quanto emanazione di un'autorità imperiale in aperto conflitto con la Chiesa, sia un fenomeno esclusivamente laico. In effetti di Federico II è nota la frenetica attività di costruttore di castelli, a fronte di un certo disinteresse per gli edifici di culto: un apparente paradosso per un imperatore medievale, ma affatto funzionale allo stereotipo di precursore della modernità che la storiografia ha costruito sul personaggio. Eppure attorno alla sacralità del potere imperiale e alla rappresentazione del sovrano come Anticristo/Messia si è sviluppato un tema portante degli studi federiciani, dal quale, tuttavia, le costruzioni sacre sono state avulse. Muovendo da un riesame della committenza architettonica e dall'analisi a tutto tondo del rapporto tra Federico II e gli edifici religiosi, questo libro si propone di reintegrare l'architettura sacra nell'orizzonte della ricerca sull'imperatore svevo e di superare ogni visione stereotipata della cultura artistica federiciana. Contributi di: Susanna Blaser-Meier, Barbara Bruderer-Eichberg, Fulvio Cervini, Teodoro De Giorgio, Maurizio Ficari, Francesco Gangemi, Kai Kappel, Brigitte Kurmann-Schwarz e Peter Kurmann, Giorgio Milanesi, Pio Francesco Pistilli, Kristjan Toomaspoeg, Francesca Tota, Antonino Tranchina, Alessandro Viscogliosi, Harald Wolter-von dem Knesebeck. Testi in lingua originale.