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Mario Schifano, risoluto pittore in anni nei quali l'arte italiana prendeva invece la via della smaterializzazione dell'opera, è un artista per il quale le categorie del personaggio, della leggenda, della biografia - tormentata, esagerata, maledetta - hanno a lungo prevalso sulla considerazione meditata delle opere. Questo libro affronta la sua vicenda pittorica concentrandosi sugli inizi sfolgoranti della sua produzione - dal 1958 al 1964, anno della prima partecipazione alla Biennale di Venezia - e la studia a partire dai più trascurati fondamenti: considerando i documenti dell'epoca; identificando, datando e mettendo in sequenza le sue opere; analizzandone il linguaggio pittorico a confronto con quello degli artisti a lui coevi; e, infine, riconducendolo alla cultura, visiva e non, del suo tempo. Ne è restituito un Mario Schifano meno personaggio e più artista, meno scostante e più rigoroso nelle ricerche, il cui valore sta nella coerenza, nella tempestività e nell'autonomia delle scelte, oltre che nella felicità istintiva della sua pittura.