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Il nuovo allestimento delle sale della Rocchetta nel Palazzo della Pilotta a Parma offre l'occasione per uno studio che mira a ricostruire e a contestualizzare la presenza delle opere ivi raccolte, illustrando da un lato le ragioni della scelta curatoriale, e offrendo dall'altra uno spaccato del panorama artistico parmense dell'Ottocento. All'origine di tutto vi sono quattro capolavori del Correggio - La Madonna con la scodella, la Madonna di San Girolamo, un Compianto su Cristo morto e il Martirio dei santi Placido, Flavia, Eutichio e Vittorino - che nel 1815, con il Secondo Trattato di Parigi, vengono restituiti a Parma dal Louvre dove erano confluiti per effetto delle requisizioni napoleoniche a danno di alcune chiese cittadine. Paolo Toschi, direttore dell'allora Accademia delle Belle Arti nonché raffinato incisore e architetto, decise di destinarle al Palazzo della Pilotta - dove si trovano tuttora - a uso dei suoi allievi. Accanto alle opere del maestro rinascimentale ormai "secolarizzate", il volume presenta il meglio della produzione ottocentesca del Ducato: non solo opere dello stesso Toschi e dei suoi allievi - che restituiscono il senso di una reinvenzione culturale e artistica di primaria importanza per la storiografia dell'arte italiana - ma anche i frutti del mecenatismo di Maria Luigia d'Asburgo, moglie di Napoleone e duchessa di Parma, che tanto ha influito sul panorama artistico del territorio emiliano, tra Neoclassicismo e gusto romantico.