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L'ampia monografia, edita in occasione della prima antologica a lui dedicata, ripercorre l'intensa, breve, carriera artistica di Alfonso Leoni (Faenza, 1941-1980). Talento straordinario, fu protagonista di una ricerca costantemente controcorrente, proiettata a svincolare la ceramica da meri aspetti tecnici e funzionali per elevarla a materia scultorea. La sua attività - premiata da numerosi riconoscimenti nelle principali manifestazioni nazionali e internazionali dedicate alla ceramica, come il concorso di Faenza (primo premio nel 1976), Gualdo Tadino, Cervia, Gubbio, Rimini, Castellamonte, Vallauris, Nagoya-Kanazawa - fu un continuo ricercare nuovi stimoli e sperimentare linguaggi diversi: Leoni scrive, dibatte, disegna, dipinge, insegna, ricicla materiali, progetta gioielli, modella sculture, realizza installazioni e opere pubbliche, si cimenta in performance e lavora per l'industria ceramica, avviando proficue collaborazioni con le Maioliche Faentine, Villeroy & Boch e Rosenthal. Il testo ricostruisce la figura di un "genio ribelle", figlio del proprio tempo, quello della contestazione e delle avanguardie degli anni sessanta-settanta. Ne esce il ritratto di un animo inquieto, sempre teso al superamento di cliché, una vera e propria meteora della storia dell'arte contemporanea.