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Nel corso dell'Ottocento il dialogo tra pittura e fotografia ha profondamente mutato l'ambito delle arti visive; la fotografia, nata nel 1839 e contraddistinta da precisione descrittiva, rapidità esecutiva e serialità, ha contribuito soprattutto nei primi decenni della sua diffusione alla definizione di una visione verista del mondo, in primis del paesaggio e delle azioni. Il volume propone un confronto tra la riproduzione della vita moderna dell'Ottocento nelle sue svariate sfaccettature attraverso la pittura di Carlo Bossoli (1815-1884), straordinario cronista del proprio tempo, e la fotografia storica del tempo. Da immagini allusive all'epopea del Risorgimento si passa alla moderna quotidianità urbana nei centri della penisola. Fanno poi il loro ingresso le vedute celebrative delle nuove infrastrutture simbolo di ammodernamento del Paese, come le ferrovie, rappresentazioni legate al tema dell'esotismo, e infine scene di vita nelle ville e nei giardini storici, tipologia di cui Bossoli è forse il rappresentante più amato dalla committenza aristocratica.