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L'arte di Luisa Lambri ruota attorno alla condizione umana e al suo rapporto con lo spazio, toccando ambiti come la politica della rappresentazione, l'architettura, la storia della fotografia astratta, il modernismo, il femminismo, l'identità e la memoria. Il titolo della mostra è un omaggio a Carla Lonzi che nel 1969 pubblicava Autoritratto, una raccolta di interviste ad artisti dell'avanguardia che ne restituiva una dimensione privata. Allo stesso modo Lambri costruisce letture personali e intime dei soggetti delle sue fotografie e incoraggia un dialogo tra osservatore, opera d'arte e spazio. Luce, tempo e movimento giocano un ruolo importante nei suoi lavori, dove lievi differenze riflettono il movimento dell'artista nello spazio. Lambri usa l'architettura per creare le sue immagini e non le immagini per documentarla, rivelando dettagli marginali di architetture moderniste o sculture minimaliste iconiche. Al PAC le sue opere si relazionano con le qualità uniche dell'architettura disegnata da Ignazio Gardella, per la quale la mostra è stata appositamente sviluppata.