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Il volume propone una rilettura aggiornata dell'opera di Marc Chagall (1887-1985) alla luce del suo stretto rapporto con la cultura e la tradizione del suo paese nativo, la Russia. Il legame profondo con la terra d'origine emerge come una costante nella produzione dell'artista: villaggi, case, oggetti e soprattutto animali rimandano a un repertorio popolare stratificato, in cui confluiscono leggende, favole, vignette popolari - i lubki - illuminate però dall'aura spirituale e simbolica che ha nella sacralità delle icone il proprio referente. La memoria diventa così una 'presenza' costante nelle sue opere dando vita a un realismo poetico che attinge alla tradizione favolistica russa per la propria sintassi espressiva, mentre deriva dal mondo chassidico e da quello ortodosso la propria cifra intellettuale e spirituale. Proprio per questo Chagall si trova a occupare una posizione singolare nella storia dell'arte del ventesimo secolo. La sua arte testimonia infatti di una modernità che, pur consapevole della rivoluzione formale operata dalle avanguardie e dell'esigenza di progresso che ne discende, non necessita di alcuna rottura con la memoria e la cultura tradizionali, che diverranno, anzi, elementi di arricchimento e di originalissima definizione formale in grado di comunicare, ancora oggi, con la nostra sensibilità postmoderna. Saggi di Claudia Beltramo Ceppi Zevi, Giulio Busi, Michel Draguet, Giulia Gigante, Sofiya Glukhova, Maria Chiara Pesenti.