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Tabusso ha dipinto fiabe quotidiane e ha dipinto la vita quotidiana come se fosse una fiaba: una fiaba, si intende, antica, medioevale, campestre, contadina, lontana da certe pseudo-fiabe di oggi, tutte sentimentalismi e stucchevolezze. La sua pittura esce dal tempo della modernità e racconta di giardini e paesaggi, boschi e cacciatori, nidi e rami, falconieri e santi: figure e cose, insomma, che nella vita contemporanea sembrano scomparse. E invece non è così perché le fiabe, come i miti, raccontano realtà che esistono ed esisteranno sempre, proprio perché non sono mai esistite. "La cosa più strana della mia vita è che fin da piccolo ho detto che volevo fare il pittore", confessava lui stesso in un'intervista del 2008. E la sua vita è stata proprio questo: un atto ininterrotto di fedeltà alla pittura.