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Antonio Canova giunse a Roma nel 1779 e qui rimase, con brevi interruzioni, per tutta la vita. Nonostante i frequenti viaggi - all'estero o nei luoghi delle sue origini - la città, con i suoi monumenti e la sua storia, fu la fonte inesauribile della sua ispirazione. Nel raccontare l'eterna bellezza della produzione dello scultore, il volume approfondisce il suo legame con l'Urbe, che emerge in molteplici aspetti. Vengono analizzati il contesto che lo scultore trovò giungendo nella città eterna, il confronto con il mondo antico, le personalità con cui entrò in contatto; quindi il legame con l'Accademia di San Luca e gli incarichi cui attese in qualità di ispettore delle Belle Arti in un periodo di profondi rivolgimenti politici, le ultime commissioni per la città e le celebrazioni che seguirono la sua morte. Un capitolo specifico è riservato infine alle opere di Mimmo Jodice dedicate ai capolavori del maestro veneto, straordinaria documentazione della volumetrica complessità delle statue, della gravità o leggiadria delle loro espressioni. Con circa centosettanta opere di Canova e di artisti a lui coevi, questa pubblicazione costituisce un imprescindibile riferimento per la conoscenza del più importante artista dell'età neoclassica.